2° Water Table: “Complesso non significa necessariamente complicato”

2° Water Table: “Complesso non significa necessariamente complicato”

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“Tecnologie esistenti e innovative per l’utilizzo di acque non convenzionali” questo il tema trattato durante il secondo dei quattro incontri tecnici del progetto NAWAMED denominati Water Table, organizzato da SVI.MED. – Centro Euromediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, in sinergia con il Comune di Ferla, partner associato, e la Rete delle Professioni Tecniche di Siracusa lo scorso 21 Ottobre.

“I water table sono importantissimi strumenti di consultazione il cui scopo è quello di elaborare documenti strategici dove siano indicate possibili linee integrative alle normative e agli standard locali, al fine di favorire l’utilizzo di risorse idriche non convenzionali in un contesto urbano”

ha spiegato Barbara Sarnari, vice-presidente della SVI.MED., partner del progetto NAWAMED.

Francesco Giunta – Rete delle Professioni Tecniche di Siracusa, ha presentato le conclusione del dibattito sulle potenziali barriere per l’utilizzo delle risorse idriche non convenzionali (NCWR) emerse durante il primo Water Table, invitando i partecipanti a concentrarsi sulle soluzioni e tecnologie esistenti ed innovative per favorire l’utilizzo di NCWR per includere nella pianificazione urbana l’adattamento ai cambiamenti climatici e in particolare l’utilizzo di acque non convenzionali, a partire dalle acque piovane e acque grigie.

Il tavolo di lavoro è iniziato con l’intervento di Paola Mercogliano, ricercatrice senior con oltre 16 anni di esperienza di ricerca presso il Centro Euro-Mediterraneo per il Cambiamento Climatico CMCC, dove lavora come responsabile della divisione REMHI (Modello Regionale e Impatti Geo-Idrologici). La presentazione di P. Mercogliano, dedicata al cambiamento climatico e all’acqua nel contesto delle città italiane, ha ricordato che la questione è molto complessa e che la mitigazione della crisi climatica deve necessariamente essere accompagnata dall’adattamento e riduzione dei suoi effetti.

Ciò che è importante dire è che non ci sono soluzioni standard: ogni contesto richiede interventi diversi. L’adattamento deve essere pianificato con gli attori locali, non solo con la comunità scientifica

ha spiegato P. Mercogliano.

Per quanto riguarda il ciclo dell’acqua, ha sottolineato che oggi stiamo assistendo a importanti cambiamenti nel ciclo idrologico, che si traducono in impatti significativi in termini di rese agricole, conflitti sociali, domanda di energia e qualità delle risorse.

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Successivamente, Mark Cannata, co-fondatore e CEO di Kassandra srl, ha presentato questo innovativo sistema di supporto decisionale integrato basato su parametri fondamentali riuniti sotto un unico strumento di misura. Kassandra fornisce una valutazione iniziale dell’area di studio, determina un indice di resilienza e attraverso la creazione di scenari predice quali potrebbero essere i possibili risultati futuri a seconda delle misure adottate. In breve, un sistema di gestione per le pubbliche amministrazioni.

Fondamentalmente, creiamo un gemello virtuale dell’ambiente urbano e diamo valori di resilienza per ogni possibile iniziativa, come piantare un albero: il risparmio idrico, l’effetto sulle temperature….

ha sottolineato M. Cannata.

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Ogni italiano produce in media 150/200 litri di acqua grigia al giorno, di cui circa 100/140 potenzialmente recuperabili; l’acqua grigia, a differenza dell’acqua piovana, è presente e quindi recuperabile ogni giorno, facilmente deperibile e immediatamente disponibile. Con queste premesse, Riccardo Bresciani di IRIDRA srl (partner tecnico di NAWAMED) ha illustrato una serie di soluzioni per il trattamento e il riutilizzo delle acque grigie a livello domestico.

Tra le soluzioni presentate alcune tecnologiche compatte e sistemi naturali, quindi le pareti verdi per il trattamento e riuso delle acque grigie previste nel progetto NAWAMED.

Vi sono ancora costi significativi per gli impianti iniziali, oltre all’elevato consumo energetico e alla necessità di assistenza tecnica specializzata per i sistemi compatti, e un certo ritardo normativo e ancora poche installazioni di pareti verdi per il trattamento e il riutilizzo delle acque grigie

afferma Bresciani.

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Dopo le interessanti presentazioni, Barbara Sarnari ha moderato l’incontro stimolando il dibattito e spunti di riflessione ai partecipanti in relazione al loro ruolo o alla loro professione.

I partecipanti hanno quindi espresso le diverse opinioni sulle tecnologie esistenti e innovative per l’uso di NCWR – acque grigie e acque piovane – a livello domestico, concentrandosi sulle generazioni future e sulla pianificazione nel senso più ampio del termine.

Secondo Giorgio Azzarello della Regione Siciliana, le soluzioni presentate come azioni pilota possono dimostrare l’impatto di queste misure innovative per il riutilizzo delle risorse idriche, e saranno utili quando l’organo legislativo dovrà avanzare e legiferare anche su questi temi.

L’idea di educazione evoca ovviamente anche la proiezione verso le nuove generazioni, come hanno ricordato Francesco D’Alessandro e Federica Schembri, riflettendo sul progetto pilota previsto nella scuola Ferla (un muro verde per trattare e riutilizzare l’acqua grigia) considerando come dovrebbe essere estesa a molte altre istituzioni.

L’architetto Anna Aglaia Fortunata ha suggerito il recupero di antiche pratiche di raccolta e riutilizzo dell’acqua piovana, anche se R. Bresciani ha sottolineato che queste non sono sempre “sufficienti” soprattutto in estate e anche questo tipo di misure dovrebbero quindi essere pianificate sulla base di una stima dettagliata degli scenari passati, presenti e futuri (come presentato da P. Mercogliano).

sintesi slide temi discussi

Al termine del dibattito, una visione aleggiava tra i presenti al tavolo di lavoro suggerito da M. Cannata:

“Le città sono sistemi complessi da gestire, ma complesso non significa necessariamente complicato”

Con questo spirito dovremmo evitare di pensare che bisogna attendere pianificazioni dall’alto per un problema sovra-territoriale e dovremmo invece stimolare i territori, i comuni e i tecnici ad attivarsi per supportare una pianificazione e l’adozione di soluzioni innovative, mentre si esorta il governo centrale all’adozione di misure più lungimiranti sul tema.

I prossimi Water Tables si concentreranno sulla “Valutazione della fattibilità ambientale e socioeconomica”, pertanto il ciclo dei Water Table si concluderà con il coinvolgendo delle parti interessate al fine di individuare strumenti e strategie per promuovere il NCWR a livello regionale.

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